Progetto Pazza Idea

Masseria Sociale - Un Percorso di Vita

Assunto

La riabilitazione psichiatrica è un “percorso di vita” in cui processi terapeutici specifici, hanno l’obiettivo e lo scopo di far recuperare, alle persone colpite dalla malattia mentale, quelle funzioni fisiche, psichiche ed emotive che sono necessarie per vivere e che la malattia ha compromesso.

Esito della Riabilitazione

L’esito della Riabilitazione dipende in gran parte da come riusciamo ad articolare questo “Percorso di Vita” che, sempre coniugato con i programmi sanitari, deve iniziare il più precocemente possibile, anche con interventi sociali, per fare uscire rapidamente il paziente da quel cammino che inizia con il ricovero presso i Servizi di Diagnosi e Cura e che, passando attraverso la Comunità Terapeutica, arriva in quei luoghi esterni all’istituzione che sono i G.A.

Con questo percorso, se ben condotto, noi possiamo eliminare o almeno attenuare il disagio mentale, migliorare la qualità della sua vita e eliminare lo spettro della cronicità, ma questo non può essere considerato un punto di arrivo.

Cambiamento radicale

C’è un momento in cui alcuni pazienti  potranno e dovranno alienarsi dall’istituzione psichiatrica e inserirsi nuovamente nel tessuto sociale di riferimento abbandonando il G.A. iniziando a sperimentare una vita abitativa autonoma. (Alcune realtà come quella che da luogo alle Parole Ritrovate parlano del 50%)

Questo momento non può essere ignorato

E’ evidente che si tratta di un cambiamento radicale che ci farà scontrare inevitabilmente con due difficoltà: lo “stigma esterno” proprio del territorio che è poco propenso a accettare l’ex malato mentale e lo “stigma interno” della persona che è stata colpita dalla patologia e che ha il timore di non essere più capace di prendere decisioni autonomamente senza dover dipendere sempre dagli altri.

Malattia di ritorno

Occorre però essere anche coscienti che, “se” il percorso riabilitativo non permetterà questa trasformazione, rischierà di arrestarsi e di creare aree stagnanti di malattia che potremmo definire di ritorno.

Paradossalmente, questa interruzione, porterà a quel deterioramento derivante dell’istituzionalizzazione che  si era voluto inizialmente evitare, spostando il malato dal SPDC-COMUNITA’ ad una residenzialità territoriale come il G.A.

Progetto Sperimentale

Noi vorremmo intervenire in questa parte conclusiva del percorso di riabilitazione, su questo “Cambiamento Radicale”, con un “Progetto Sperimentale” che altro non potevamo fare che chiamare “Pazza Idea”

Il progetto “Pazza Idea” è la logica prosecuzione dell’itinerario che abbiamo intrapreso con “La Casa del Giardino” e “La Mia Casa” e deriva dalla consapevolezza, acquisita in questi ultimi tre anni di gestione dei nostri G.A., che il percorso di riabilitazione, se l’enunciazione iniziale di questo progetto ha una sua ragione, è mancante della parte risolutiva del percorso:

 “Lavoro vero e Residenzialità con bassissima o nulla assistenza”

Secondo noi questa conclusione darebbe un senso al lavoro svolto sino a questo punto da tutti (istituzioni, operatori e pazienti).

Considerazioni

Per realizzare questo progetto occorre partire da alcune considerazioni:

1.      L’appartamento affittato determina una evoluzione radicale nel processo di guarigione rispetto ad una vita di residenzialità assistita e quindi necessario per concludere la riabilitazione psichiatrica

2.      La borsa lavoro non consente di avere un reddito tale da autogestirsi in un loro appartamento affittato, per via delle inevitabili spese. Diventa quindi necessario avere un reddito derivante da un lavoro vero,

3.      Pensare di poter attendere che la persona in questione sia pronta anche solo dal punto di vista economico è irrealistico e non ci porterebbe da nessuna parte. Posso immaginare che all’inizio di questa ultima parte del percorso di riabilitazione, in attesa che il lavoro possa dare un reddito sufficiente, si dovrà aiutare la persona con una qualche forma di supporto economico integrativo.

4.      Date le ovvie difficoltà a trovare per queste persone un lavoro noi questo lavoro lo possiamo creare e non aspettare

Residenzialità e Lavoro

In concreto, con la collaborazione della Cooperativa Sociale ESSEDI di Casale, vorremmo dare alle persone inserite in un percorso di riabilitazione psichiatrica, la possibilità di avere residenzialità con bassissima o nulla assistenza e “lavoro vero” attraverso la creazione di una “Masseria Sociale”.

In questo modo otterremo, oltre che alla remissione della sofferenza psichica, anche la “guarigione sociale”.

Perché la masseria sociale?

“La masseria sociale è  un’impresa “economicamente e finanziariamente sostenibile”  che svolge l’attività produttiva in modo integrato con l’offerta di servizi assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli e, per le sue caratteristiche peculiari, ha una duttilità ed una versatilità che difficilmente si riscontrano in unità produttive di settori extra-agricoli, e pertanto si presta ad offrire risposte differenziate che rispettano l’approccio personalizzato.

E’ il caso di sottolineare che le attività agricole hanno la capacità di generare benefici di carattere sia sociale che terapeutico-riabilitativo e quindi estremamente utili nei confronti di fasce cosiddette deboli o svantaggiate della popolazione.

A differenza di quello che succede in una società industriale e urbana, la società contadina tradizionale non conosce la "disabilità", almeno nei termini con cui la si intende comunemente oggi e noi vorremmo traslare questo valore, questa concezione, attraverso la nostra “masseria sociale” dove tutti potranno trovare una mansione, un ruolo, anche se limitato e dove ognuno è coinvolto e partecipe della vita sociale e produttiva di questa impresa evitando fenomeni di marginalizzazione o di vera e propria esclusione dalla vita sociale.

Lerma - Casale

Nel 2012 abbiamo iniziato, senza coinvolgere direttamente le istituzioni del territorio, una produzione agricola a Lerma su un terreno dato in comodato d’uso, da un nostro associato, alla Cooperativa sociale Essedi di Casale che con noi collabora in tutte le iniziative in cui l’attività lavorativa è la componente principale.

A Lerma abbiamo coinvolto nel 2012 undici persone, tutte in carico al DSM di Alessandria, ed i risultati sono stati così sorprendenti che per il 2013, non solo a continueremo l’esperienza, ma raddoppieremo il terreno su cui si lavorerà.

Sempre con la Coop. Essedi si è iniziato un esperimento per fare lavorare presso i G.A. gli ospiti che per motivi diversi non possono partecipare al progetto “Pazza Idea”.

Si tratta di dar loro la possibilità di imbustare delle Tisane che la cooperativa provvederà a vendere.

Il risultato è stato positivo, sono state confezionate circa 500 confezioni, se la cosa avrà seguito le persone che si impegneranno in questo lavoro saranno assunte dalla cooperativa stessa.

Seguito esperienza Lerma

Per dare seguito a questo “Pazzo” progetto utilizzeremo spazi e strutture per unità abitative e attività a carattere agricolo (attività di orticoltura, frutticoltura, allevamento e vendita delle produzioni) e per il futuro è immaginabile anche trasformazione dei prodotti alimentari e agriturismo con l'esplicito proposito di generare occupazione lavorativa per fasce particolari della popolazione a bassa contrattualità.

Obiettivi progetto Pazza Idea

-         Portare a termine i Percorsi di Riabilitazione Psichiatrica iniziati nelle Istituzioni Sanitarie

-         Creare Lavoro e Residenzialità a bassissima o nulla assistenza

-         Inserire al lavoro soggetti svantaggiati tramite attività di orticoltura, frutticoltura, allevamento,   vendita.

Ci rendiamo conto che il progetto è ambizioso nei risultati che si vogliono raggiungere ma necessario se crediamo alla possibilità di raggiungerli,

 

Andamento Percorso Riabilitativo “Pazza Idea”

SPDC

COMUNITA’

GRUPPI APPARTAMENTO

MASSERIA SOCIALE

DA BORSA LAVORO

A LAVORO VERO

DA RESDENZA A BASSA ASSISTENZA

A

RESIDENZA SENZA ASSISTEMZA

 

 

Sarà indispensabile il coinvolgimento e la collaborazione del DSM per seguire la parte sanitaria del progetto, liberando, in questo modo, anche risorse economiche e spazi residenziali assistiti da utilizzare per chi ne è pronto.