Noi i pazzi

Siamo qui,
solo noi,
i pazzi,
e scusate il popolo ci aspetta,
andiamo di fretta,
e oggi pure noi
vogliamo parlare,
pure noi,
vogliamo esserci,
e per la gente ,
siamo solo noi, i pazzi,
quelli che non fanno niente,
quelli che non
capiscono,
quelli che vegetano,
e poltriscono,
quelli con cui è inutile ragionare,
quelli da perdere,
da non trovare,
non ascoltare;
perché è più facile e comodo,
dire pazzo,
che capire,
che comprendere;
la gente è sorda,irrazionale
e indifferente;
e i pazzi siamo sempre noi,
quelli che non lavorano,
quelli ridicoli,
e siamo pure diplomati,
e siamo strani,
per farci notare,
per farci vedere,
ascoltare;
ma non c’è niente da fare,
c’è sempre il sospetto,
il dubbio,
siamo solo noi,
quelli che è sempre colpa nostra,
che non contiamo niente,
gli esclusi,
da una parte,
seduti a guardare,
gli altri,
siamo noi,
i pazzi.
Ma anche noi ci siamo,
sentiamo,amiamo,soffriamo;
noi, i pazzi.


Stefano Merialdi – Agosto 2011

 

 

Nel mio sangue

 

Nel mio sangue

Ci sono i vermi

 

Sono senza cartilagine

Perché mi hanno rotto le ossa da piccolo

 

Sono brutto

Tutto storto

Senza volto

Senza denti

 

Ho mangiato la lingua di mio padre

 

Io sono un po’ bestia

Perché oltre a mangiare la lingua

Gli ho detto:

“Così vedrai il legno”



Gianni Bonamino (Bond)



 

 

Durante la notte

 

Notte,

abbraccio di crine  nero,

buio,

mille pensieri sospesi,

tranquillità,

silenzio opaco,

luce fioca,

un moscerino vola;

il mondo tace,

lontano,

un cane abbaia,

niente,

vuoto,

deserto;

il presente e passato,

vorticano nei ricordi,

mille paure,

incubi,

fantasmi di ieri,

notte,

notte;

il tempo,

pare fermarsi…

 

Stefano Merialdi

 

 

 


 

Lo Scoglio

 

Scoglio solitario

Poco lontano dalla scogliera madre

Intorno a te uno sciacquio d’onde

I pesci iridescenti, colorati or d’arancio or d’azzurrino

Ti fanno da corona

E il tuo amante di sempre

Il mare azzurro

Mai stanco e pago nel suo corteggiarti

Or ti accarezza

Or ti lambisce dolce

Or nella sua prepotenza colle onde ti sommerge

Scompiglia la tua piccola veste

Color verde maturo

Tenace innamorato cerca di portarti

con sé nei suoi abissi

in visita alla barriera corallina

alle sirene dalle dolci melodie

ai pennellati anemoni marini

pronti a schiudersi per farsi ammirare

al passaggio di questo lor signore

dal temperamento mutevole

or scontroso

or carezzevole

e tu scoglio marino

dapprima come una tenera ragazza isolana

sembri cedere alle sue piacevoli lusinghe

ma sono solo pochi attimi

che poco dopo

con forza

ti ancori

all’odorosa scogliera

quasi come figlio da lei cresciuto e amato

tenendo a bada l’ardito pretendente

riprendi a difendere con fiera tenacia

il tuo terreno

 

Teresa Costanzo

 

 

 

 

Apro gli occhi

Apro gli occhi
Ti cerco,
ti cerco su una sedia,
davanti alla tele,
davanti ad una pagina bianca,
mentre ascolto un ticchettio
d'orologio,
quando faccio una pausa,
guardando un programma;
ti cerco mentre penso,
mentre stò solo,
e cammino per la strada,
riscaldata da un sole
tiepido,
tra chiazze di pioggia,
e resti di neve negli angoli;
mentre guardo senza vedere,
le vetrine;
ti cerco quando sono sveglio,
quando dormo,
quando alzo lo sguardo verso
il cielo sgombro,
con pochi merli,
che beccano per terra;
ti cerco quando mi sento solo,
e ho bisogno di te,
del tuo sorriso,
ti cerco ancora di più,
quando non ci sei,
e mi manchi tanto...

 

2009 Dicembre

 

Stefano Merialdi

 

 

 

 

Una specie di poesia

 

  E adesso
In questa notte,
con poco sonno,
che si fa;
ti scrivo una specie
di poesia,
una poesia,
con delle parole,
messe un po' alla rinfusa,
una poesia,
per stupirti,
per catturarti,
con un po' di tutto,
e un po' di niente;
per parlarti,
per farmi udire da te,
per svegliarti,
per farti riflettere,
e ricordarti un po' di me;
questa specie di poesia,
è per te;
per dirti cose,
che vengono a galla,
su di te,
su quello che provo,
su quello che sento per te,
per te;
questa specie di poesia
notturna,
è dedicata a te,
che dormi,
o ridi,
o ascolti musica,
o stai fumando,
per te
per te

 

 

2009 Stefano Merialdi

 

 


 

 

Se potessi

Se potessi
Fermerei il nastro,
il nastro di tutto
quanto,
di tutto questo
pazzo mondo;
fermerei la ruota
del tempo,
che gira senza sosta,
e ci porta via le cose,
ci separa,
ci sbatte,
verso il futuro e
il destino;
se potessi
rallenterei
la corsa folle del mondo,
l'ansia di correre,
qua e là;
mi fermerei,
e tirerei
il fiato,
per riflettere,
per pensare a te;
per dirti cose,
per farmi sentire da te,
per farti capire,
se potessi,
fermerei
tutto...

2010 Gennaio

 

Stefano Merialdi

 

Il tempo scappa

 

Il tempo scappa
Tra le dita,
gira svelto,
come una ruota
d'un giocattolo,
e i giorni,
svaniscono e seguono
rapidi il giorno e la notte;
e vorrei più tempo,
per me,
e per te;
vorrei
seguire i tuoi passi,
e sentire il tuo respiro,
vicino al mio,
vorrei dedicarti più tempo,
vorrei,
smettere questa assurda
corsa verso le cose,
vorrei riavere il tempo,
della pace,
dell'allegria,
la calma della gioventù,
la serena incoscienza dei miei
primi giorni,
e sdraiarmi su un prato,
aspettando con te la primavera
alle porte ormai;
ma il tempo scappa,
schizza via,
come una molla,
sempre da fare
questo o quello;
avere più tempo
per te

 

2010 Marzo

 

Stefano Merialdi

 

 

Il mondo stia fuori

Il mondo stia fuori,
voglio
prendere un po' di tempo
per me,
il mondo stia fuori,
non voglio sapere,
se è già giorno,
e fuori,
spira una brezza,
che fa capitombolare
le foglie secche,
e tra poco la luce,
invaderà ogni dove;
non voglio vedere,
non voglio sapere nulla;
tempo per me,
il mondo stia fuori,
ho chiuso la porta,
adesso,
penso alle mie cose,
alla mia vita,
a quello che voglio,
a quello che è giusto
o no;
mi prendo uno spazio,
uno spazio per me,
in autonomia,
indipendente;
il mondo stia
fuori
dalle scatole,
non ci sono,
non rispondo,
non mi troverà;
voglio pensare a te,
a noi due;
tempo per me,
il mondo stia fuori,
non voglio
muovermi,
non voglio
correre per nessuno,
non ci sono,
resto su;
il mondo stia fuori,
con le sue menate,
le sue regole,
le sue parole
vuote,
questo è proibito
questo no;

il mondo stia fuori..

Aprile 2010

 

Stefano Merialdi